La storia

La cascina di Santa Brera si chiamava anticamente Santa Brigida. Questa fu, fino a tempi recenti, un insediamento agricolo milanese tipico e di origini molto antiche.

Il primo documento che nomina la cascina risale al 1299, ma essa esiste probabilmente dal IX secolo, periodo in cui si diffuse in Italia il culto di Santa Brigida.

Brigida era una santa di origini irlandesi, patrona dell'isola di Kildare, dove in suo onore venne eretto un grandioso monastero del quale era abbadessa, soppresso al tempo di Enrico VIII e dello scisma anglicano.

Alla morte della santa, il suo capo venne trasferito a Lisbona, mentre le sue reliquie furono tumulate in Alsazia. Il culto della Santa Brigida si propagò di conseguenza in tutta Europa e in Italia, con particolare diffusione nelle campagne; a Santa Brigida fu infatti dedicata la chiesetta della nostra cascina, ubicata al di fuori degli insediamenti agricoli circoscritti dalla corte grande e corte piccola, che acquisirono per estensione il suddetto nome.

Nel territorio di San Giuliano Milanese già dal secolo XIII esistevano due chiese dedicate a questa Santa, come si deduce dal "Liber Sanctorum Mediolani" che testualmente dice: «... in villa de Marcellinis de pbele sancti Iuliani est ecclesia - item in loco sanctae Brigidae eiusdem plebis...».

La necessità di strutturare un insediamento del tipo di Santa Brera si rinviene nello studio dell'habitat umano primitivo, che si sviluppò tenendo conto che i paesi di una certa importanza dovessere rimanere distanti fra loro di cinque-sei chilometri, intervallati da agglomerati minori a non più di 2 km, costituendo così una fitta rete di cascine. La causa di questa struttura abitativa complessa è da ricercarsi nella grande diversificazione di attiviità permessa dalla vicinanza di città importanti e dalla vocazione agricola del territorio.
La cascina Santa Brera è un esempio di struttura agricola laica di tipo fortificato per via della sua posizione attigua alla Rocca. Ricordando quanto già scritto in merito al suddetto impianto, non vi è alcun dubbio che il controllo strategico della biforcazione delle due valli fluviali , significava il controllo dell'intero territorio. Infatti, quando la potente famiglia Brivio, verso la fine del Duecento, acquistò dai Torriani le terre fra San Giuliano e Melegnano, si preoccupò di costruire un piccolo castello a Zivido e a sud la Rocca.
Come abbiamo avuto già modo di dire, in particolare quest'ultima controlla predominando sia la confluenza fra Vettabbia e Lambro, sia la via Emilia, sia la parte settentrionale di Melegnano.

La Cascina Santa Brera si trova a 850 metri circa dalla Rocca Brivia, anch'essa sull'orlo del terrazzamento, prossimo alla valle del Lambro. Ancora oggi è visibile una torre sul lato meridionale, verso Melegnano; anche l'ingresso principale è da questa parte.
Il complesso prende quindi nome dalla piccola chiesa di Santa Brigida, situata anch'essa sul ciglione, là dove una strada che porta ai campi divide le due cascine che propriamente formano il complesso rurale. L'edificio religioso, recintato da un muro in cotto con un cancelletto in ferro battuto all'ingresso, fino a tempi più recenti, aveva una scritta dipinta sul portale d'ingresso che diceva: D.OM. et Sanctae Brigidae, ora non più visibile a causa del completo abbandono in cui si trova la cappella.

L'ingresso principale (di Santa Brera piccola) porta a una corte rustica. Sulla destra è situata la casa padronale, ora in corso di ristrutturazione parziale, dalla quale traspare una certa dignità. Il cortile padronale è leggermente rialzato rispetto all'aia: una abitazione severa, verso tramontana, è caratterizzata da una gronda parecchio sporgente e da finestre ben proporzionate con un elegante davanzale in vivo. Un'iaspettata dinamicità appare a chi osserva la facciata d'ingresso padronale, giacché gli edifici sono scalati e ruotati uno rispetto all'altro e terminano contro i muri di sostegno dell'abitazione principale. Interessante e funzionale è il camino posto sopra il portone d'ingresso.

Uscendo poi dal cancello a tramontana, si trova l'altra corte (Santa Brera grande), unica nel suo genere nella zona. La pianta della seconda corte è triangolare, con l'ingresso su un vertice. Il lato verso il Lambro è particolarmente interessante, in quanto vi si trova una casa con un grande abbaino e una scala esterna in pietra; tipologia non comune da queste parti. La casa dell'affittuario ha un portico verso mezzogiorno, mentre sul lato opposto si nota un camino ben segnato all'esterno, con una grande apertura sottostante che porta in cantina: anche questo edificio è piuttosto vecchio e malridotto.

E' indubbio che il complesso agricolo ebbe, ai tempi della sua piena funzionalità, un indirizzo zootecnico. Il cascinale ha, sul lato di nord-ovest, delle stalle per vacche da latte, ormai in disuso da anni: queste sono strutturate in cotto, con soffitti a voltine sostenute da colonne in vivo. Sovrastante la stalla vi è il fienile, collegato alla prima mediante un'apertura per il passaggio del fieno alla mangiatoia; sul fianco, il cortile occupato dalla concimaia, le stalle per le manze e il porcile con altri rustici accessori.
L'aspetto generale mostra i caratteri di un consistente rimaneggiamento strutturale attuato pressoché sul finire del Cinquecento, con qualche intervento anche nel corso del Settecento, ma l'impianto, come sappiamo, è precedente.

Abbiamo altresì riscontrato accenni sulla suddetta località nei carteggi di san Carlo Borromeo, che nel 1567 compie una visita pastorale a Melegnano e nel 1570 a San Giuliano Milanese. La comunité di Santa Brigida era sotto la prepositura di Melegnano: testualmente il documento che descrive la visita dice: «...communitas Sanctae Brigidae cuius capsinae adiacentes sunt capsina appellata il Molino della Crema...».

L'edificio fu fra l'altro quartiere generale di Francesco I di Valois-Angoulême (1494-1547) (figlio di Luisa di Savoia), e quindi teatro della battaglia del 1515 (Battaglia di Marignano detta dei Giganti). La cascina, stante la sua mole, fu presa con la forza dai Guasconi, che erano l'avanguardia di Francesco I. Questi penetrarono nell'edificio attraverso i campi, passarono a guado il fiume, indi la Vettabbia e raggiunsero la Rocca proseguendo poi fino alla cascina Santa Brigida (ora Santa Brera). Giunte sul luogo, le avanguardie si diedero al saccheggio e soprattutto a svuotare le cantine che erano piene di derrate alimentari. La cascina Santa Brera, dopo un accurato sopralluogo predisposto da alcuni emissari del re, fu quindi occupata dai francesi che qui installarono gli impianti logistici delle loro truppe.
Francesco I alloggiò qui, sia prima che dopo il combattimento e qui ricevette gli ambasciatori, dalle stanze della casa padronale inoltre il sovrano scrisse, la sera stessa della vittoria di Melegnano, la famosa lettera alla madre duchessa d'Angoulême, che costituisce il principale documento sui particolari della battaglia.
Un combattente francese che seguiva l'esercito in qualità di portaordini di Francesco I, di nome Pasquier le Moyne, nel 1520 scrisse un libro a cui diede il titolo: "Voyage et conquête du Duché de Milan en 1515: bataille de Marignano". attraverso il quale l'autore ci tramanda la sua descrizione di alcuni particolari del cascinale di Santa Brigida.
Nonostante il tempo trascorso ed un completo abbandono, si intravede ancor oggi a Santa Brera quella che fu "la belle cassine" descritta dal Le Moyne: la "grand et gros logis" con una grande corte circondata da stalle, fienili e granai, dalla quale si accedeva con lieve salita ad una più piccola dall'aspetto signorile, cinta da tre lati. Tutt'intorno erano campi ben coltivati, verdi praterie, meravigliosi vigneti di uva bianca; un lato della cascina è aperto sul giardino digradante verso la roggia Nuova, e di qui praterie e filari di pioppi si avvallano verso il Lambro nascosto dalla boscaglia.

In una carta topografica del Seicento, che segna tutte le cascine, in un contesto concernente la requisizione del fieno, è segnata "Santa Breda", ed in un'altra della metà del Settecento, in occasione della visita pastorale del card. Pozzobonelli di Milano, vi è annotato il luogo già come "Santa Brera": con tale nuova denominazione era stata inserita nel Censimento Generale dello Stato di Milano, operazione che venne definita nel 1752 sotto l'imperatrice Maria Teresa d'Austria.